Più di qualcosa lega l’omicidio del Carabiniere Mario Cerciello Rega, risalente a poche settimane fa, a quello recentissimo di Luca Sacchi.
In primo luogo, certo, la brutalità dell’esecuzione.
Ma anche quelli che i tecnici chiamano “stupefacenti”; e che volgarmente tutti chiamiamo droga.
Ancora, ad avvincere i due episodi sono i molti lati oscuri che li circondano.
Ed infine il palcoscenico di entrambi gli efferati delitti: la città di Roma.
La cui vera, “Grande bellezza”, a segnare un triste paradosso, è stata la sistemazione delle Regole e del Diritto, che la “Città Eterna” ha poi esportato in tutto il mondo.
Viene da fare la solita, trita domanda: come uscirne?
In Oriente, nell’ambito della teoria ciclica dei “Manvantara”, il Kali Yuga viene considerato come l'ultimo dei quattro “Yuga”: un'era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale, che corrisponde più o meno all’Età del Ferro della cultura Occidentale (penso ad Esiodo in Grecia e ad Ovidio a Roma), che arriva a chiudere il “ciclo” dopo le via via degradanti Età dell’Oro, dell’Argento e del Bronzo.
Nell’anno in cui si festeggiano i 200 anni de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, un po' di sano pessimismo non guasta.
E ci rende, come si suol dire, più realisti del Re.
ASCOLTA GIULIO BACOSI (Dichiarazione all'Agenzia Italia Stampa)
(Giulio Bacosi)
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