Giulio Bacosi (Democrazia nelle Regole): "Sul c.d. ergastolo ostativo, un'altra messa in mora del Legislatore da parte della Corte costituzionale. Di quella, in scadenza, su libertà di stampa e carcerazione (ordinanza n.132 del 2020), parleremo il prossimo 30 aprile in un Convegno del quale saprete presto notizie...
La Corte costituzionale, riunita ieri in camera di consiglio, ha esaminato le questioni di legittimità sollevate dalla Corte di cassazione sul regime applicabile ai condannati alla pena dell'ergastolo per reati di mafia e di contesto mafioso che non abbiano collaborato con la giustizia e che chiedano l'accesso alla liberazione condizionale. In attesa dell'ordinanza, l'Ufficio stampa della Corte fa sapere che «la Corte ha anzitutto rilevato che la vigente disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo preclude in modo assoluto, a chi non abbia utilmente collaborato con la giustizia, la possibilità di accedere al procedimento per chiedere la liberazione condizionale, anche quando il suo ravvedimento risulti sicuro». «Ha quindi osservato -si legge in una nota- che tale disciplina ostativa, facendo della collaborazione l'unico modo per il condannato di recuperare la libertà, è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Tuttavia, l'accoglimento immediato delle questioni rischierebbe di inserirsi in modo inadeguato nell'attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata. La Corte ha perciò stabilito di rinviare la trattazione delle questioni a maggio 2022, per consentire al legislatore gli interventi che tengano conto sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, e delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia in questi casi». L'ordinanza sarà depositata nelle prossime settimane.