“Pieni poteri”.
Non è la prima volta che sentiamo riecheggiare questa espressione.
Ieri essa non solo è comparsa, ma si è financo “materializzata”, inverandosi in Ungheria.
Quando campeggia l’emergenza, la storia insegna che la guardia non va abbassata.
Dobbiamo allora elevare, ancora una volta, un Inno convinto alla nostra Costituzione e alle Istituzioni, in Italia (per fortuna) assai salde, che essa forgia.
Da noi nessuno potrebbe un giorno alzarsi dal letto ed invocare i “pieni poteri” senza passare per una riforma costituzionale.
Che, ai sensi dell’art.138 della Carta, richiede un voto favorevole dei 2/3 dei Parlamentari o, in caso di (sola) maggioranza assoluta, un referendum popolare confermativo (eravamo chiamati a votare per quello sulla riduzione dei parlamentari, ma è stato ovviamente rinviato).
Certo, è possibile che intervenga lo stato di guerra ai sensi dell’art.78 della Costituzione: esso tuttavia presuppone una situazione di belligeranza nei confronti di gente in carne ed ossa, non certo contro un virus globale (che anzi, come ha chiesto a gran voce Papa Francesco, dovrebbe far tacere, almeno per un po’, tutte le guerre).
Inoltre, in caso di guerra è il Parlamento a conferire al Governo i poteri necessari “per i tempi necessari” (e dunque dettati dalla “necessità”): dunque, nessuna delega in bianco e senza tempo.
Quello che accade al di là dell’Adriatico deve spingerci a difendere la Democrazia, della quale l’Europa è rimasto – come sottolineava il Prof. Prodi sere or sono - l’ultimo (peraltro, a questo punto, vulnerato) baluardo.
ASCOLTA IL PRESIDENTE GIULIO BACOSI (dal notiziario delle ore 16 del 31 marzo 2020)
Leave a Reply