La vicenda del giovane di Piacenza a Bangkok mi ha riportato alla mente le sensazioni che vivo quando con la Famiglia decidiamo di andare all’estero: per approfondimento culturale, per diletto o per entrambi.
Conosco le leggi di quel Paese? Se uno di noi dovesse commettere un errore a causa di questa eventuale “ignoranza”, cosa ci accadrebbe?
E’ vero che in Italia, almeno a partire da una nota pronuncia della Corte costituzionale del 1988, l’ignoranza della legge penale “scusa”, e dunque chi la viola non è punito, laddove si tratti di una ignoranza “inevitabile”… Ma è così anche nel Paese che ci ospiterà?
Si tratta del vero “nodo” legato all’immigrazione: chi accede ad un Paese che non è il suo dovrebbe conoscere e rispettare le Regole di quel Paese; e quel Paese dovrebbe essere capace, in primis, di far conoscere le proprie Regole a chi giunge sul suo territorio, ed in secundis di farle rispettare, sia a chi ne ha la cittadinanza, sia a chi ci arriva come “straniero”.
Quanto più uno Stato rende oscure ed inaccessibili le proprie Regole, tanto più la relativa ignoranza risulterà inevitabile, sia per chi ci abita che per chi ci arriva, al quale è comunque richiesto uno sforzo di consapevolezza di quelle Regole.
Auspichiamo che la vicenda del nostro giovane connazionale si risolva al più presto.
Intanto, cerchiamo di ritrarne qualche insegnamento.
(Giulio Bacosi)
Ascolta la dichiarazione di Giulio Bacosi nel notiziario nazionale delle ore 13 del 9 ottobre 2019
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